Il Comune di Casalvecchio Siculo è uno dei partner del progetto “Messina città metropolitana a EXPO 2015”.

La storia e le tradizioni di CASALVECCHIO SICULO con “Messina Città Metropolitana a EXPO 2015” dal 21 al 27 settembre 2015 CLUSTER BIO-MEDITERRANEO
Ricco di storia e di tradizioni, Casalvecchio Siculo è un piccolo comune dei Peloritani Meridionali sito allealle falde sud-orientali del Monte Sant’Elia e sovrastante il Torrente Agrò.
La storia del borgo si perde nei tempi dal momento che esistono testimonianze che citano il paese nella denominazione Palachorìon (antico casale) già in una scrittura aragonese del 1351.
Per gli amanti della natura, da non perdere una passeggiata nella Zona Naturalistica Piano Vernà che prende il nome dall’omonimo monte. E’ un bel complesso boscato, con ceppaie di castagno, platani, e piante particolari quali la viola montana e la scilla biflora, all’interno del quale è stata creata un’area di sosta per i gitanti, con tavoli, panche, cestini e vasi in legno, fontanelle di sorgiva, aree giochi per bambini.
Casalvecchio Siculo è un luogo dove festività e fede si mescolano in un clima di gioiosa partecipazione. Ne è emblema la festa di Sant’Onofrio, che, anziché il 12 Giugno (suo giorno canonico, e in cui si svolge solo una semplice processione), si svolge nella seconda domenica di Settembre e si protrae durante l’intera settimana con varie manifestazioni. Ogni sera si svolgono diverse sagre: della salsiccia, dei maccheroni, della porchetta, del pane condito, tutte innaffiate dal vino locale ed accompagnate da vari gruppi musicali. Una serata è dedicata alla commediateatrale.
Il sabato pomeriggio si svolge il tradizionale gioco delle pignatte e musticheddi: si tratta di una tipica “pentolaccia”, infatti vari concorrenti bendati si alternano nel tentativo di colpire con un bastone delle pentolacce di terracotta ripiene di premi o acqua ed appesi in alto su una fune fra gli schiamazzi e il disturbo degli spettatori. La serata del sabato si conclude con un concerto sinfonico della banda comunale e con losciccareddu, un asinello stilizzato (fatto di canne, legno e carta e ricoperto da innumerevoli giochi pirotecnici) portato sulle spalle da una persona che ballando al suono della banda gira per la piazza spaventando e divertendo la folla.
La domenica, nel primissimo pomeriggio, accompagnato ed annunciato dal suono di un tamburo, gira per le strade del paese il caratteristico camiddu, un cammello di legno e stoffa con due persone sotto e un cammelliere che lo tiene a bada. Si tratta di un’antica tradizione che affonda le sue radici nella storia e nelle beghe politiche con la vicina Savoca: infatti un tempo rappresentava un vero e proprio sfottò nei confronti di Savoca, che vista da Casalvecchio ha proprio l’aspetto di un cammello. Propriamente il cammelliere (Casalvecchio) doma e controlla il riottoso cammello (Savoca). In serata si svolge la sontuosa processione della preziosa statua d’argento di Sant’Onofrio.
La gastronomia di Casalvecchio è legata all’agricoltura e alla zootecnia. Deliziosa la salsiccia, imaccheronicasarecci al sugo, la “ghiotta di stoccafisso alla messinese” e la focaccia con condimenti vari . Da segnalare, la carne di agnello al forno e la porchetta di maiale nero dei peloritani.