Buoni e friabili e dal nome particolare sono i biscotti messinesi (ma anche catanesi),  secondo la tradizione vennero preparati originariamente in un convento di suore Vincenziane pare per l’appunto nella città etnea. Arrivarono a Messina probabilmente grazie all’azione caritatevole delle suore a seguito del terribile terremoto del 1908. Il nome “‘nzuddi” deriverebbe dall’abbreviazione del nome Vincenzo che in dialetto siciliano sarebbe “Vincinzuddu” e da qui il termine ‘nzuddi. Oggi i  ‘nzuddi li troviamo tutto l’anno nelle pasticcerie messinesi, ma storicamente venivano preparati per il 3 giugno, festa della Patrona della città, la Madonna della Lettera. Ed è per questo che i pasticceri messinesi, in preparazione della festa li realizzano in maniera particolare aggiungendo della cannellina bianca sui biscotti proprio come tradizionalmente si trovavano nelle bancarelle nel giorno di festa. A Catania i biscotti vengono preparati in occasione e periodo diversi vale a dire per la Festa dei Morti e di Ognissanti.

INGREDIENTI:

  • 800 g di farina
  • 400 g di zucchero
  • 400 g di mandorle tostate
  • 200 g di margarina
  • 3 uova intere
  • 5 g di ammoniaca per dolci
  • 1 tuorlo per spennellare
  • scorza di un limone o arancia  grattugiata
  • 1 bustina di vanillina
  • mezzo bicchiere di latte

PREPARAZIONE:

In una ciotola molto capiente versate la farina, lo zucchero, le mandorle precedentemente tostate e tagliate a metà, la margarina, le uova, la scorzetta del limone o dell’arancia grattugiata e la bustina di vanillina.  A parte sciogliete l’ammoniaca per dolci nel latte intiepidito e versatelo nell’impasto. Una volta aggiunta l’ammoniaca, impastate il tutto fino a quando non diventerà liscio ed omogeneo. Una volta stirato l’impasto, tagliate i biscotti a forma rettangolare.  Mettete i biscotti in una teglia con carta da forno, al tuorlo d’uovo aggiungete un goccio di latte, mescolate e spennellate i biscotti. Infornateli a 180°C  fino a quando i biscotti non avranno una bella doratura. Una volta freddi vi consiglio di mangiarli accompagnandoli con del buon vino siciliano come un Passito di Pantelleria o del buon Marsala.