“Diversità è ricchezza ed occasione di cambiamento!”.

Con queste parole Giuseppe Li Rosi, padre indiscusso di “Simenza”, ha spiegato al folto pubblico di studenti accorsi nei locali di Fondazione ITS Albatros di Messina, la filosofia che sta alla base della sua attività imperniata sulla scoperta e sulla tutela delle varietà autoctone dei grani antichi in Sicilia. Un’occasione, quella di ascoltare Li Rosi, che Fondazione Albatros ha offerto ai propri studenti nella logica del proprio mood: “Formare, informare, creare professionisti del lavoro”, come ha spiegato la presidente di Fondazione Albatros Antonella Sidoti, che ha anche sottolineato il coraggio delle scelte fatte da “quel ragazzo che seppur allettato dal canto di Sirene lavorative meno impegnative, torna come Ulisse in terra natia, pronto a difenderne le origini, rimboccandosi le maniche e mettendosi in gioco per dare a se stesso ed ai suoi successori, un “mondo” più pulito e green”.

L’incontro intitolato “La biodiversità: un’occasione evolutiva…”, ha riscosso grande consenso fra i presenti che hanno ascoltato come rapiti i racconti di chi con tenacia e coraggio dopo una laurea in lingue e letterature straniere (presa per allontanarsi  dalla Sicilia e da una famiglia di contadini e agricoltori), una volta raggiunto il proprio obiettivo, prende consapevolezza che il problema non è il “cosa”, ma il “come”. Li Rosi, infatti, torna nella sua terra d’origine e vi rimane, prima a causa di una grave malattia che aveva colpito il padre, poi, per scelta, decide di restare ribellandosi ai tradizionali metodi di sfruttamento colturale intensivo “aggrappati” a sollecitazioni  chimiche e strumenti poco inclini alla tutela ambientale. Nasce l’azienda agricola Terre Frumentarie che applica il sistema biologico e della biodinamica alle colture. Li Rosi, quindi, ricopre l’incarico di Commissario Straordinario della Stazione Sperimentale di Granicoltura di Caltagirone dal 2011 a 2013, “Archivio” che conserva tutto il patrimonio genetico dei grani siciliani: 45 tipologie di granì duri e 5 teneri, che in tre anni hanno portato 700 ettari di campi coltivati in Sicilia con varietà mai mutate geneticamente.

Oggi è Presidente dell’Associazione “Simenza” – Cumpagnìa Siciliana Sementi Contadine che nasce per aggregare agricoltori, allevatori, trasformatori, ricercatori e professionisti con l’obiettivo di tutelare e valorizzare il vastissimo patrimonio dell’agrobiodiversità siciliana. Opera in tutti i comparti del settore agricolo e zootecnico, con una significativa presenza nel settore cerealicolo, rappresentando l’associazione più importante per la coltivazione delle popolazioni locali di frumento. Realizza campagne di sensibilizzazione, formazione/assistenza tecnica, scambio/distribuzione sementi, rappresentanza politica, ricerca e sperimentazione. Nel corso dell’incontro Li Rosi ha affermato che “Occorre non perdere la memoria e la conoscenza per non perdere la nostra evoluzione. Ciò non vuol dire tornare al passato, ma piuttosto costituire un memoriale di ciò che fu e creare diversità per arrivare ad una variabilità del grano in maniera naturale. Diversità è ricchezza oltre che occasione di cambiamento ed evoluzione. Solo acquisendo questi concetti possiamo adattarci ai mutamenti climatici e creare sopravvivenza delle specie”.