La Sfincia (Spincia in siciliano) è un dolce fritto tipico di Trapani e dell’agro ericino: Erice, Paceco, Custonaci, Valderice, Buseto Palizzolo. Il nome sfincia deriva dal latino spongia, “spugna”, oppure dall’arabo: ﺍﺴﻔﻨﺞ‎, isfanǧ “spugna”). Questi nomi hanno origine dalla particolare forma di questo dolce, che si presenta come una frittella morbida e dalla forma irregolare, con il buco o meno. Dal 1900 si svolge a Custonaci una sagra dedicata alla Spincia. In queste zone la Sfincia di San Giuseppe per distinguerla dalla Sfincia viene chiamata “Sfincione di San Giuseppe”. La sfincia, chiamata anche magnale, era un dolce tipico anche durante la festa dell’Immacolata e la Vigilia di Natale.

INGREDIENTI:

  • 500 grammi di farina;
  • 1 cubetto di lievito per pane;
  • 100 grammi di uva passa;
  • zucchero;
  • olio d’oliva;
  • sale.

PREPARAZIONE:

Porre la farina in un’ampia scodella e unirvi il lievito, un po’ di sale e mezzo cucchiaio di zucchero. Aggiungere poco alla volta dell’acqua tiepida, continuando a rimestare, finché l’impasto non abbia raggiunto una consistenza cremosa. Sbattere a questo punto l’amalgama a lungo ed energicamente usando un cucchiaio di legno, aggiungendovi, poco alla volta, l’ uva passa previamente fatta rinvenire in acqua tiepida. L’impasto sarà stato lavorato al punto giusto quando non si attaccherà più al cucchiaio. Coprire allora la scodella con un tovagliolo e lasciar riposare fino a lievitazione.

Formare quindi le magnale versando singole cucchiaiate dell’impasto in una padella nella quale già sfrigoli olio in abbondanza (è importante che il cucchiaio adoperato per cogliere l’impasto sia unto d’olio). Far dorare, rigirandole, le magnale – che friggendo gonfieranno vistosamente – e deporle via via su fogli assorbenti perché si liberino dall’olio in eccesso. Sistemarle infine in un vassoio, spruzzandole generosamente di zucchero. Vanno consumate calde, ma anche fredde non sono disprezzabili.